Documenti: Storia

 

EROI DELL’ “ALTRA RESISTENZA”:
PAOLO DESANA (1918-1991)

di Claudio Sommaruga


KZ Unterlòss, 9 aprile 1945: gli Alleati incombono, si avvicina la resa dei conti, i nazisti abbandonano il Lager e ne disperdono i testimoni. Eliminati gli ammalati con colpo alla nuca, uccisi 8 ufficiali italiani per arma, trauma o malattia e liberati i deportati meno pericolosi, una colonna di 105 macilenti disperati si avvia in una Todmarsch (marcia della morte) senza meta, disseminando morti nel vagare e che si concluderà ad Alt Garge il 24 aprile, senza scorta e dopo 110 km. Alla fine della guerra, le Todmarsch rappresentavano una comoda soluzione per evacuare un Lager senza mezzi di trasporto, difficilmente reperibili in quei frangenti e per eliminare i testimoni più pericolosi, senza lasciare tracce, per sfinimento e, chi si fermava, per arma da fuoco!
Della colonna facevano parte 90 deportati politici ed ebrei e 15 giovani ufficiali italiani, anche loro con la divisa zebrata e il solco nei capelli (la strasse): li guidava il Ten. Paolo Desana, dolorante a una gamba e sorretto da un compagno. Quei 15 erano gli ufficiali superstiti di un gruppo di 23, i più tenaci nel rifiuto di qualsiasi adesione, di qualsiasi compromesso e cedimento, di qualsiasi lavoro civile per il Reich!
Paolo Desana, nato nel 1918 e cresciuto a Casale Monferrato, matura la sua fermezza morale negli ambienti della “Gioventù Cattolica” ( 1928-39), filodrammatico, atleta di calcio, pallacanestro e disco e giornalista sportivo; fin da giovane rivela sentimenti antifascisti al punto di uscire a volte in camicia bianca quando, per qualche importante manifestazione, tutti dovevano indossare la camicia nera.
Sottotenente cpl (1939) e istruttore nella Scuola di Artiglieria di Potenza (1940-41), poi tenente in zona d’operazioni in Francia (1943), al 101° Art. C.d.A., il 9 settembre 1943 è catturato dai tedeschi a Villeneuve-Loubet, verso Nizza e quindi internato, per rifiuto di collaborazione, nei Lager di Villingen e Mònsingen Germania) e di Czenstochowa (Polonia). Qui ci incontreremo e saremo compagni di baracca in Polonia, nei Lager di Chelm e Deblin e, in Germania, in quelli di Oberlangen/Lathen, Duisdorf/Bonn, Straflager di Colonia e infine a Wietzendorf. Il suo calvario nei reticolati passa per 22 “NO” espliciti, 9 Lager, 3 Straflager (Colonia (dip. KZ/Buchenwald), Alt Garge e Unterlòss (dip. KZ/Neuengamme)) e 1 prigione Gestapo (Lòneburg).
Ricordo che a Chelm noi giovani post fascisti digiuni di democrazia, ora la scopriamo: attorno alle stufe spente discutiamo, facciamo la critica al fascismo, all’ “8 settembre” e l’autocritica alla nostra gioventù bruciata e maturiamo uomini. Desana ha le idee chiare ma non ce le impone, ci indirizza con discrezione, vuole che siamo noi a scoprirle, così saranno più convincenti!
Per il grado, l’abnegazione verso i subalterni e soprattutto il carattere fermo e lineare, sarà il capo spirituale carismatico, referente coi comandi nazisti e leader della resistenza dei 363 giovani sottotenenti (cl. 1920/21) e dei 6 tenenti che non vollero abbandonarli, coatti dal 2 agosto 1944 come “nemici dell’Europa” nello Straflager di Colonia dell’AK 96/“Glanzstoff”, gestito dalla Gestapo e dipendente dal KZ/Buchenwald. La decisa resistenza di quel gruppo culminerà il 25 agosto 1944 con un ammutinamento (lo sciopero dei militari e caso forse unico nella storiografia dei Lager), sotto le armi puntate e l’ordine a Desana di scavarsi la fossa!
Dopo una drammatica marcia di evacuazione da Colonia dei deportati più pericolosi (15-17 settembre), per l’avanzata alleata, il gruppo raggiunge il 29 settembre l’Of. 83 di Wietzendorf dove verrà preso di mira per la ormai notiria resistenza: Desana e 21 compagni verranno ”civilizzati” d’autorità e coatti al lavoro nello Straflager di Alt Garge (dip. KZ/Neuengamme).
Seguitando i rifiuti di collaborazione, la reazione tedesca è drastica: arresto politico di Desana e di altri quattro ufficiali per “sobillazione armata” (Desana voleva ripetere l’ammutinamento di Colonia!) e loro traduzione in catene, due a due, alla prigione Gestapo di Lòneburg dove subiranno un processo con false prove per richiedere una condanna a morte, commutata dal giudice in una ”rieducazione al lavoro”. Dopo una detenzione con lavoro insolitamente “lunga” (62 giorni!) rispetto alla prassi, in celle di 2x3m per tre detenuti, il 2 aprile 1945 saranno tradotti in ”custodia preventiva” (Schutzaft) all’ AEL/KZ Unterlòss (dip. KZ/Neuengamme), sotto controllo SS, per 56 giorni di rieducazione a 12 ore di lavoro al giorno e un giorno di riposo al mese. Ma il 9 aprile il campo verrà evacuato con la “marcia della morte” di cui sopra, coi 15 italiani guidati da Desana e che si concluderà il 14 aprile, senza scorta ad Alt Garge. Il 23 aprile gli inglesi liberano la località, ospedalizzano Desana ridotto a meno di 45 kg, col tifo e in coma e che, risvegliandosi a fine maggio, apprenderà che la guerra è finita da un paio di settimane!
In patria, per la sua esemplare intransigenza morale, l’eroico comportamento, la dedizione prioritaria alla difesa dei subalterni, gli verrà conferito l’ ”Encomio Solenne V.M.”, dopo essere stato proposto per la medaglia d’argento, che non rivendicherà e assegnata ad altri ufficiali che ne avevano seguita l’eroica resistenza ed erano morti di stenti e patimenti.
Dopo la guerra, militante D.C. (1945-91) sarà eletto Senatore (1958-63). Giornalista, pubblicista e saggista, presiederà per un ventennio il Comitato Nazionale Vini DOC. Non considerando conclusa la sua missione sarà anche la guida morale e il riferimento di centinaia di giovani ufficiali ”resistenti” come lui e si dedicherà al ricupero e alla puntualizzazione della storia sommersa degli IMI e in particolare di quella degli Straflager di Colonia, Alt Garge e Unterlòss e della loro valorizzazione nel contesto storico. Sarà anche Presidente Onorario del GUISCO che associa dal 1984 i reduci dello Straflager di Colonia. Per la sua attività di promotore del valore dell’ “altra resistenza” nei Lager, nel 1989 sarà anche oggetto di minacce da parte di rigurgiti nazifascisti!
Purtroppo i suoi due diari clandestini erano stati sequestrati in prigionia, ma con i suoi saggi, gli appunti inediti, le ricerche storiche, la memoria, gli epistolari del Lager e del dopo guerra coi compagni di reticolato e le testimonianze di questi ultimi, è stata pubblicata postuma l’antologia-dossier: Paolo Desana, “La via del Lager” (a cura di C. Sommaruga, Bocassi ed., Alessandria, 1994)) per iniziativa del GUISCO e dell’ Ist. per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea” di Alessandria. Il libro riportato anche il suo dramma teatrale “Il reticolato”, ambientato nella nostra baracca 29 dello St.319/C di Chelm e che rivela la sua sensibilità e il tormento (mi confidò vero e non solo teatrale) verso un orfano, per avere indotto suo padre a restare nel Lager da cui non fece ritorno.
Questi sono alcuni flash su Paolo Desana, “una delle figure più nobili della resistenza in Germania”, come lo definì il Gen. C.d.A. Pietro Testa, già T. Col. “anziano” dell’Of. 83 di Wietzendorf.


 

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