Articolo apparso su "La Provincia di Como" di
mercoledì 8 novembre 2003
CAPIAGO INTIMIANO: Riconosciuti solo mille
euro all'ex deportato
«Questo assegno è una beffa»
Rutilo: «Un'offesa alla dignità e alla memoria»
CAPIAGO INTIMIANO «Questo assegno è
una beffa». E' una battaglia infinita quella che il reduce
di guerra Canio Rutilo, 82 anni, residente in via don Santini a
Intimiano, sta combattendo per ottenere il riconoscimento di un
indennizzo per gli anni passati nel campo di concentramento di Kastroprauxen,
in Germania.
L'ultima puntata di quella che sta diventando una vicenda paradossale
(il rischio, di questo passo, è che gli indennizzi vengano
accordati quando i destinatari, tutti di età avanzata, saranno
già passati a miglior vita) è la lettera che Rutilo
ha ricevuto dal Ministro per i rapporti con il Parlamento Carlo
Giovanardi: «II ministro - spiega l'ex deportato - mi ha scritto
che la Commissione IV della Camera sta esaminando gli interventi
in favore dei cittadini italiani vittime delle persecuzioni naziste.
E rende noto, questa è la beffa, che l'indennizzo previsto
nel nuovo testo unificato delle proposte di legge, è di soltanto
mille euro, una cifra irrisoria che offende la dignità dei
vivi e la memoria di chi è morto».
Rutilo, che vive con la pensione minima e ha seri problemi di salute,
dice di non poter accettare che, dopo tanti anni, il Parlamento
liquidi la questione degli ex deportati con un piccolo assegno che
suona come un "contentino": «Se potessi muovermi,
andrei a Roma davanti a Montecitorio e rimarrei lì giorno
e notte a protestare.
E' un'indecenza che il Governo spenda tanti soldi per l'Iraq e sostenga
finanziariamente le società calcistiche, e poi dia a noi
ex prigionieri di guerra soltanto le briciole.
L'indennizzo di mille euro non è nemmeno cosa certa: Giovanardi,
nella lettera, spiega che sul provvedimento ci sono problemi di
quantificazione delle risorse e di copertura finanziaria e che proprio
per questo, il 4 giugno scorso, ha provveduto a sensibilizzare il
Presidente della Commissione Difesa per un più sollecito
esame del provvedimento.
Sono passati 5 mesi ma la situazione, ancora una volta, non viene
sbloccata.
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