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Mostra: "Schiavi di Hitler. Racconti, disegni , documenti dei deportati italiani 1943-1945"

22 pannelli 70 x 100 incorniciati

Realizzata alla fine del 2004, la mostra, di carattere divulgativo e didattico, propone una selezione del materiale raccolto a partire dall'anno 2000 nell'ambito della ricerca nazionale sulla deportazione e lavoro forzato degli italiani nella Germania nazista.
Attraverso le frasi dei diari e delle memorie vengono ricostruite le fasi delle drammatiche vicende che videro coinvolti circa 700.000 militari, più di 40.000 avversari politici del nazismo (partigiani, operai scioperanti, antifascisti) destinati ai terribili campi gestiti dalle SS dal quale oltre il 90% non tornarono e oltre 100.000 civili rastrellati nelle zone del fronte o precettati e obbligati al lavoro in Germania.
I deportati italiani erano destinati ad affiancarsi ai milioni di schiavi catturati nei paesi occupanti e trasportati in Germania per essere sfruttati al servizio della macchina bellica nazista.
I brani, ai quali nella mostra si affiancano fotografie, lettere, documenti, disegni, seguono le tappe di un vero e proprio calvario che passa dalla cattura, al trasporto in condizioni spesso disumane, dall'arrivo al lager, alla presa d'atto delle dure condizioni della detenzione.
Per quanto riguarda i soldati, definiti dai tedeschi come Internati Militari Italiani e privati dei benefici della Convenzione di Ginevra, la decisione di accettare il lager e la sua situazione di fame, violenze, freddo, malattie, il rigetto di qualsiasi proposta che avrebbe modificato il loro stato, ma che avrebbe comportato il ritorno in guerra dalla parte degli oppressori, ha un altissimo significato per la storia di questa Nazione come ha recentemente (27 gennaio 2005) ricordato anche il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi., si tratta di uno degli aspetti meno conosciuti della Resistenza italiana al nazifascismo.
La storia della deportazione italiana è stata poco scritta; malgrado abbia coinvolto un numero altissimo di famiglie italiane e rimane confinata nelle memorie individuali, non ha mai trovato adeguati riconoscimenti.
La mostra, narra dunque attraverso la voce della truppa, lo sfruttamento schiavistico al servizio della macchina bellica nazista, l'uso della manodopera coatta in tutti i settori della società tedesca, e presso tutte le maggiori imprese.
Oltre 50.000 internati militari morirono nei lager, migliaia riportarono nel difficile ritorno i segni di questa drammatica esperienza che spesso non riuscirono nemmeno a comunicare in un Paese che al loro ritorno aveva voglia di non pensare più alla guerra.
Le loro vicende costituiscono una sorta di coro che il Paese ha rimosso praticamente dalla sua storia. Questa mostra cerca di ridare un corpo a queste voci.

Prof. Valter Merazzi, Direttore Istituto di Storia Contemporanea "Pier Amato Perretta", responsabile del Centro di ricerche "Schiavi di Hitler archivio IMI Claudio Sommaruga"


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Attività

www.schiavidihitler.it