L'intervento di Lutz Klinkhammer Volevo parlare di un gruppo che forse è stato
più dimenticato di tutti gli altri, visto che parliamo di non dimenticare.
Mi sembra importante aggiungere qualcosa sui contadini dell' Emilia che
sono stati deportati in Germania nei campi di lavoro nell'estate '44.
E'stato un gruppo consistente numericamente; non sappiamo esattamente
quanto, perché è una storia dimenticata. Certamente si trattò
di un gruppo di più di 20 mila persone che fu rastrellato dalle
zone del fronte soprattutto dalla montagna e dalle colline e poi trasportato
in Germania. I deportati furono là smistati in diversi campi di
lavoro e uno di questi campi fu collocato a circa 40 chilometri da Buchenwald,
a Kahla, in Turingia. Lì furono costretti a lavorare in un tunnel
sotterraneo costruendo non V1 e V2 ma i caccia a reazione 262. Si trattò
quindi di un lavoro abbastanza paragonabile dal punto di vista dell'industria
bellica tedesca, a quello di Dora. Questi rastrellamenti dell'estate '44 devono essere inseriti
in un tentativo da parte nazista di colpevolizzare tutta la popolazione
di quei territori dove furono presenti i partigiani. L'operazione anti-partigiana
aveva anche lo scopo di rastrellare tutti i maschi presenti nella zona,
sospettati di essere simpatizzanti con i partigiani, e di deportarli al
lavoro in Germania, soprattutto dopo il '43, dopo Stalingrado, quando
Hitler dovette mandare al fronte molti più uomini tedeschi e costruire
nuove divisioni. La macchina della produzione bellica avevano bisogno
di un alto numero di lavoratori. E' per questi motivi che a questo punto
del conflitto viene cambiato anche il meccanismo dei rastrellamenti per
il lavoro forzato. Il numero fu così consistente, nella sola provincia
di Bologna furono deportate più di 5 mila persone, prevalentemente
maschi, perché erano proprio le truppe impegnate al fronte ad avere
il compito di rastrellare gli uomini da avviare al lavoro forzato. |