Articoli tratti dal Messaggero del 27.05.2001
IL "NODO" Oltre 60 mila ex militari rischiano di non essere risarciti ROMA - Al fine di valutare la posizione degli Imi (Internati militari italiani) la Germania ha istituito una commissione che si pronuncerà entro giugno. La decisione finale spetta comunque al Governo tedesco. Si dovrà decidere tenendo conto di un pezzo di storia: dopo l’8 settembre 1943 le autorità naziste inquadrarono infatti come Imi i militari italiani rastrellati, in modo da privarli dell’assistenza della Croce rossa e delle garanzie offerte dalla Convenzione di Ginevra del 1929 sul trattamento dei prigionieri di guerra. Oggi, invece, la situazione dei reduci dai lager viene assimilata proprio alla condizione dei prigionieri di guerra. Questa categoria è stata esclusa dal risarcimento previsto dalla legge tedesca per indennizzare i lavoratori coatti del Terzo Reich. Il Governo tedesco ha stanziato 10 miliardi di marchi, pari a 10 mila miliardi di lire. Secondo un calcolo dell’Anrp, a ogni italiano dovrebbero andare dai 4 ai 15 milioni di lire. Alla sede di Roma dell’Oim (Organizzazione internazionale delle migrazioni) sono arrivate 76 mila domande, ma i moduli debitamente compilati e restituiti da parte di chi richiede l’indennizzo sono finora solo 12 mila.
Domenica 27 Maggio 2001 Ieri in Prefettura I reduci dei campi nazisti: "Dai tedeschi solo promesse" di STEFANO MARIANTONI Restano solo promesse i risarcimenti dei governi di Germania ed Austria per i reatini lavoratori forzati del terzo Reich. Se n'è discusso ieri in prefettura, in una manifestazione a cui hanno partecipato i sindacati pensionati e patronati di Cgil, Cisl e Uil, tesa a sensibilizzare tramite il parlamento italiano, i governi dei due paesi che non hanno ancora chiarito i contenuti dei programmi di indennizzo. Cinquemila marchi (cinque milioni di lire) a chi dimostri, con tanto di documenti ufficiali, la propria esperienza da lavoratore forzato nel regime di Hitler: a tanto ammonta il risarcimento simbolico che spetta ad oltre un milione di reduci (più di un centinaio i reatini), mentre per chi venne sottoposto al regime di schiavitù (è il caso degli ebrei) si prospetta una somma di 15 mila marchi (15 milioni di lire). La manifestazione, organizzata dall'"Associazione nazionale reduci della prigionia", ha visto una nutrita partecipazione di pensionati e patronati delle tre diverse sigle sindacali, guidate dal referente provinciale Alberto Ciancarelli. Il simbolo della giornata è stato il fascio di rose bianche che due pensionate hanno consegnato al prefetto Marisa Troise Zotta, insieme ad un messaggio della delegazione che ha strappato la promessa del maggiore rappresentante del governo locale per un forte impegno in difesa dei diritti degli ex internati. Nella scorsa estate fu lo stesso sindaco di Rieti Antonio Cicchetti a rivolgersi al ministero degli Affari esteri per ottenere chiarimenti sui modalità e criteri di accoglimento delle richieste che saranno soddisfatte grazie ad un maxi fondo di 10 miliardi di marchi: spesa equamente divisa tra governi e grandi aziende (tra cui i colossi della Volkswagen, Siemens e Daimler).
Domenica 27 Maggio 2001 Ex deportati in Germania, incontro col Prefetto Il prefetto Livia Barbara ha ricevuto ieri mattina quattro ex internati nei campi di lavoro in Germania. Accompagnati dal segretario dei pensionati della Cgil Mario Troilo, i quattro hanno parlato in rappresentanza dei tanti chietini (tra gli altri 100 a Chieti, altrettanti a Vasto e 140 a Lanciano) che vennero deportati nella Germania di Hitler e che nei mesi scorsi hanno inviato le domande all’Oim per il risarcimento. In particolare al prefetto hanno chiesto di farsi interprete nei confronti del Governo per un’azione di sensibilizzazione verso le autorità tedesche affinchè venga modificata la legge che rischierebbe di veder esclusi dai risarcimenti (circa 5 milioni) gli ex militari italiani deportati. Nel corso dell’incontro gli ex internati hanno consegnato al prefetto un mazzo di rose bianche. |