Risposta dello Iom di Roma alla lettera inviata.
Egregio Prof. Merazzi,
in riferimento alla sue e-mail, ho il piacere di trasmetterLe qui di seguito
le risposte ai quesiti da Lei posti. Spero questi aggiornamenti siano
utili per informare correttamente le persone interessate, oltre che chiarire
eventuali dubbi in merito al Programma tedesco di indennizzo.
Sono a Sua disposizione per qualsiasi ulteriore informazione.
RingraziandoLa, invio i migliori saluti
Claudia Ottolenghi
Senior Legal Counsellor
IOM Rome
Tel.: +39.06.44.25.17.70
+39.06.44.02.68.3
Quanti hanno avuto sinora l'acconto dalla Fondazione
?
Per quanto riguarda coloro che hanno presentato la domanda presso l'OIM
di Roma, ad oggi hanno ricevuto la prima rata dell'indennizzo 1532 richiedenti
(in particolare, dalla 2° alla 5° tranche di pagamento).
Quanti hanno ricevuto o stanno ricevendo una lettera
di risposta ?
Posto che le lettere di risposta sono di fatto le lettere di rigetto,
ne sono state inviate sinora undici, al fine di avviare procedure di appello
in un numero selezionato di casi potenziali .
Con che cadenze avverrà questa fase ?
La fase di invio delle lettere di rigetto inizierà prima della
fine di novembre 2002 con l'invio di circa 45,000 lettere.
Quando lo Iom ritiene arriverà il "grosso"
delle risposte?
Le lettere di rigetto agli Internati Militari Italiani (IMI) verranno
inviate a scaglioni tra la metà di novembre 2002 e la fine del
2003. Per quanto attiene alla categoria dei civili, si continuerà
anche nel 2004.
Quando lo Iom ritiene arriverà l'ultima risposta?
Stante l'impossibilità oggettiva di potere definire in maniera
precisa quando sarà questo momento, in generale possiamo stimare
che tale procedura si concluderà nel 2004.
Documenti Iom redatti in inglese francese e tedesco
e distribuiti in Belgio, parlano chiaramente di un tempo di sei mesi per
i ricorsi. Lo Iom Italia conferma il tempo di tre mesi come termine per
i ricorsi? Come viene motivata questa differenza di trattamento rispetto
agli altri paesi?
Il termine per la presentazione degli appelli stabilito dalla Fondazione
tedesca è di 3 mesi e 7 giorni (100 giorni), sia per l'appello
indicato nella lettera di rigetto sia per quello della notifica di avvenuto
pagamento. Tuttavia, nella notifica di pagamento inviata agli interessati
finora, veniva concesso a tutti i beneficiari, inclusi gli italiani, un
termine di sei mesi per la presentazione dell'appello e tale termine verrà
pertanto rispettato. L'OIM non è più in grado di garantire
un termine superiore a quello previsto dalla Fondazione. Ed infatti, si
è provveduto a riformulare il testo della lettera in conformità
a quanto stabilito dalla Fondazione tedesca. Quindi, a partire dalla prossima
tranche, si appliccherà a tutti gli appelli indistintamente il
termine di 3 mesi.
Allo stato attuale lo Iom Italia, conferma la "proiezione"
diffusa nel giugno 2002 di duemila possibili richieste risarcibili ?
Sinora sono stati indennizzati 1532 richiedenti e circa un centinaio sono
in corso di valutazione. Si prevedono ancora 1 o 2 tranche di indennizzo
nei prossimi mesi, e in linea di massima possiamo confermare la proiezione.
Quante schede personali ha inviato lo Iom Italia
alla sede di Ginevra?
Le domande relative ai richiedenti sottoposti a lavoro in condizioni di
schiavitù (KZ) ed a quelli di origine slava ammessi all'indennizzo
vengono trasmesse ad una azienda presposta alla "scannerizzazione"
dei casi; in seguito questi vengono inviati a Ginevra. I casi finora inviati
sono circa 1500.
Le posizioni "risarcibili" o "dubbie"
sono state informatizzate e segnalate in modo particolare?
Sì; tutti i casi dubbi o potenzialmente risarcibili sono stati
evidenziati ed una parte di questi viene registrata in forma intera. Per
tutti questi casi si procede alle necessarie ricerche al fine di verificarne
l'eventuale ammissibilità all'indennizzo.
Esiste una casistica (oltre a quella genericamente
riguardante gli Imi e i Kz riconosciuti dalla legge 791) che permetta
di "salvare" singole posizioni sulla base del riconoscimento
di "condizioni di detenzione particolarmente dure" ?. In parole
povere esistono dei criteri in base a cui determinare queste condizioni
?
Per quanto riguarda la categoria dei lavoratori forzati, è stato
stabilito che, ai fini dell'indennizzo, è necessario che il richiedente
(cittadino dell'Europa dell'ovest) fosse stato deportato in determinati
campi di lavoro forzato "in cui vigevano condizioni di lavoro estremente
dure" , abbia lavorato in determinate imprese ed in un determinato
periodo di tempo. Nel caso di assenza di almeno una delle tre condizioni,
la domanda non può essere presa in considerazione.
Lo Iom di Ginevra possiede una casistica più
ampia che gli derivi dalla posizione di coordinamento del programma e
dalla sua presenza nel Kuratorium della Fondazione?
I criteri (se per termine "casistica" si intende "criteri")
in base ai quali vengono determinate le condizioni formali e sostanziali
per poter usufruire dell'indennizzo sono generali, stabiliti dalla Fondazione,
e valgono per tutte le missioni OIM che hanno gestito il Programma tedesco
di indennizzo.
Lo Iom di Ginevra processa ulteriormente le schede
o si limita a inviarle alla Fondazione?
Nel corso della valutazione dei casi da parte dell'OIM, questa provvede
alla selezione, in base ai criteri definiti dalla Fondazione, dei casi
che potrebbero beneficiare dell'indennizzo, e quelli che invece potrebbero
essere esclusi. La Fondazione infine decide se accogliere o meno i suggerimenti
fatti dall'OIM.
Quante schede sono state sottoposte dallo Iom di Ginevra
alla Fondazione?
Globalmente, circa 75,000 domande sono state sottoposte alla Fondazione
tedesca dall'OIM.
Con che cadenza avviene questa procedura ?
Per quanto riguarda la missione di Roma, ogni 2-3 mesi.
Alla luce della mancata traduzione in italiano del
sito web dello Iom, quali altre strategie comunicative sono state messe
in campo per coordinare le richieste degli italiani oggi residenti o cittadini
di altri paesi ?
All'inizio del programma è stata intrapresa una campagna informativa
su scala mondiale: nelle missioni di Washington, Canberra e Buenos Aires,
città dove vi è una massiccia presenza di persone di origine
italiana, sono state raccolte migliaia di domande di italiani. Ad oggi,
circa 3,000 italiani residenti all'estero hanno presentato domanda presso
le sedi OIM nel mondo che gestiscono il Programma tedesco. In particolare,
è previsto che il richiedente presenti la domanda presso la sede
OIM di residenza. Nel caso in cui le domande vengano trasmesse presso
la missione OIM di Roma, queste vengono ugualmente prese in considerazione.
Infine, con riguardo poi al sito web, per ovviare al problema della lingua,
a suo tempo il Coordinamento ha creato un sito collegato a quello ufficiale
dell'OIM per avere tutte le informazioni sul programma in lingua italiana.
Che tipo di rapporti sono stati stabiliti con gli
archivi tedeschi, con quali di questi archivi esattamente? E in base a
quali forme di convenzione? Fra gli archivi citati dallo Iom non risulta
il Wast (Deutsche Diensstelle) di Berlino, malgrado ripetute segnalazioni
da parte del sottoscritto alle sedi di Ginevra e di Roma e richiesta esplicita
di molti richiedenti, in ordine alla sua importanza ai fini del riconoscimento
delle posizioni degli italiani. Rientra questo archivio fra quelli consultati
dallo Iom ?
La legge tedesca istitutiva della Fondazione prevede le ricerche presso
degli archivi e ne disciplina le modalità. La Fondazione finanzia
un network di archivi in Germania (Archivverbund) al fine di agevolare
le ricerche presso gli stessi. Circa un anno fa, l'OIM aveva contattato
il "Diensstelle" per potere svolgere ricerche presso i loro
archivi. Lo stesso ha comunicato all'OIM di possedere informazioni riguardanti
solo gli IMI deportati negli stalags e pertanto è stato deciso
di non trasmettere i nominativi presso l'archivio. Inoltre, non è
prevista la trasmissione dei nominativi di IMI e civili presso gli Archivi
federali tedeschi in quando questi non possiedono informazioni su persone
deportate in campi di sterminio. Tuttavia è previsto l'invio di
più di mille nominativi di IMI, oltre a tutti i civili, presso
il Servizio Internazionale delle Ricerche della Croce Rossa.
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