AGGIORNAMENTO INFORMAZIONI al 4 giugno 2002

Le statistiche fornite dallo Iom il 4 giugno 2002 sono le seguenti:

Richieste ricevute in tutto il mondo 327.810 di cui:
numero approssimativo italiani all'estero 3.000

Richieste ricevute dallo Iom Italia 130.859 di cui:
numero approssimativo IMI: 105.000
numero approssimativo KZ: 2.000
numero approssimativo civili 10.000
numero approssimativo deceduti prima del 16 febbraio 1999: 10.000
numero approssimativo domande doppie 3.500

Oltre 130.000 italiani hanno presentato la richiesta allo Iom.
Presumibilmente solo circa 2.000 riceveranno l'indennizzo dalla Germania, (1266 in data odierna) perché a tutt'oggi restano in vigore, malgrado le nostre proteste, le decisioni prese dal Governo tedesco e dal Kuratorium della Fondazione "Memoria, responsabilità, futuro" che escludono gli Imi, considerati come prigionieri di guerra e i lavoratori civili occidentali.
Sono risarcibili solo coloro che sono stati rinchiusi in condizioni particolarmente pesanti in lager che la Fondazione ha indicato in una serie di liste, fra i quali i KZ.
E' evidente lo scopo della Fondazione e del governo tedesco di favorire solo gli ebrei e i cittadini dei paesi orientali. E' l'ennesimo affronto verso chi ha subito la violenza nazista, l'umiliazione e lo sfruttamento del lavoro coatto.

- Il coordinamento degli enti e delle associazioni che assistono gli internati e i deportati, di cui facciamo parte, ha presentato alla Fondazione la richiesta di comprendere nelle liste "risarcibili" tutta una serie di campi in cui erano rinchiusi gli italiani, campi in cui le condizioni di vita erano drammatiche, a tutt'oggi la Fondazione non ha ancora risposto.
- Dal punto di vista giudiziario resta aperta la denuncia alla Corte Costituzionale tedesca fatta da due iscritti all'Anrp (che copre le spese della causa). Si tratta di una denuncia che intende mettere in discussione l'atteggiamento del Governo tedesco e della Fondazione che, escludendo Imi e lavoratori civili occidentali dal risarcimento, stravolge lo spirito stesso della legge e mette in atto l'ennesima offesa verso le vittime del nazismo.
-Sarebbe importante aprire cause in Italia (anche se la causa presentata in provincia di Arezzo dall'avvocato Lau non sta andando molto bene), in poche parole ci vorrebbe un tribunale italiano che riconosca la competenza della giustizia italiana a intraprendere cause contro la Germania per delitti (la deportazione di civili e militari) iniziati in Italia.
-Da questo punto di vista ricordiamo che in Francia un tribunale ha condannato la Germania a un ingente risarcimento e in Grecia si è giunti a sequestrare beni tedeschi (Goethe Institut)
-Stiamo ancora cercando di capire (ci attendiamo un atteggiamento più dinamico da parte dei sindacati) se è possibile recuperare i contributi versati presso la Previdenza tedesca per il lavoro prestato.

Mentre in Italia continuiamo a riscontrare un atteggiamento distante da parte della stampa, in Germania il dibattito è più vivace. Importanti storici tedeschi hanno criticato fortemente le decisioni del governo tedesco e alcuni comuni hanno deciso di fare un loro risarcimento (ad esempio il comune di Marburg). Sarà nostra cura avvertire gli interessati.

Segnaliamo infine che sono state presentate al Parlamento italiano 6 proposte di legge da parte di vari gruppi politici. In sostanza si impegna il governo italiano a intervenire per dare un riconoscimento morale ai deportati italiani e una piccola cifra (circa 500 euro). Ci assicurano che la questione verrà discussa questo autunno (per informazioni consultare il sito www.senato.it, proposta di legge n 1337 presentata dal sen. T. Bedin).

Dal punto di vista della ricerca storica, vi informiamo che stiamo continuando il lavoro di informatizzazione delle schede a noi pervenute, la raccolta di memorie (invitiamo chi non ci ha ancora inviato il racconto della sua esperienza a spedircela), di testimonianze.
Stiamo inoltre proseguendo la raccolta di videointerviste significative, nell'idea che il lavoro sulla memoria è importante non solo per "fare storia", ma anche perché le memorie sono l'atto d'accusa più forte contro la Germania nazista e i suoi complici fascisti.

Tutto il materiale storico, a parte per il momento le videointerviste, è consultabile in questo sito.